Il 25 Giugno sarà in distribuzione per la Emme Record Label “Spooky Action”, album d’esordio dei Quasar, band vincitrice del “Premio Fara Music Jazz Live” 2019. Ne abbiamo approfittato per fare quattro chiacchiere con il quartetto, che in questo periodo di STOP forzato non è rimasto con le mani in mano, scrivendo tra le altre cose, nuove composizioni.
Prima di tutto, ci piacerebbe conoscere la vostra esperienza all’interno del Premio Fara Music Jazz Live. Nel corso degli anni hanno ottenuto il Primo Premio alcune tra le più interessanti realtà under 35 del Paese. Come siete arrivati a raggiungere questo livello artistico? Ve lo aspettavate di ottenere il Premio?
Siamo contenti del nostro lavoro e dei nostri risultati e di come il nostro impegno e i nostri sforzi siano stati riconosciuti. Probabilmente la nostra capacità di coordinarci nelle fasi creative ha consentito il raggiungimento di un risultato efficace ma non ci aspettavamo di vincere il primo premio
Conoscevate già il borgo di Fara in Sabina? Avete trovato grosse differenze rispetto ai Festival realizzati nei grandi centri metropolitani?
Tutti noi abbiamo fatto diverse esperienze nei festival avendoli vissuti da studenti, spettatori e da musicisti; Fara in Sabina è un luogo accogliente, crea subito un’atmosfera di intimità che unisce le persone. Pensiamo che la musica abbia bisogno di luoghi simili.
Raccontateci la nascita del progetto Quasar. Da quanto suonate insieme? Avevate già avuto collaborazioni tra voi in passato?
Ci siamo conosciuti frequentando i corsi universitari del Siena Jazz nel 2017. La scelta di suonare insieme è più recente, risale al 2019. Per una circostanza casuale ci siamo ritrovati a suonare insieme accorgendoci da subito del potenziale del nostro suono. Cosi abbiamo cominciato a lavorare ad alcune composizioni scritte da Mario e Giulio.
Come è stato realizzare Spooky Action all’interno del Tube Recording Studio? L’esperienza in studio è diametralmente opposta a quella del live, raccontatecela?
Sebbene ci siano delle differenze tra le esperienze dal vivo e quelle in studio, un aspetto ci sembra che le accomuni entrambe:” imparare ad accettare quello che arriva” sospendendo il giudizio, fidandosi delle proprie capacità e delle persone con cui si sta lavorando. Al Tube Recording Studio abbiamo incontrato delle persone gentili e preparate professionalmente che hanno creduto in noi e nel nostro lavoro.
Perché la scelta di escludere il piano dalla Formazione? La chitarra ha un ruolo estremamente faticoso?
Nella nostra musica c’è una certa attenzione alla ricerca melodica ed armonica. Questo fa si che la chitarra abbia un ruolo centrale come unico strumento armonico, caratterizzando con i suoi timbri il suono di insieme. Alcune composizioni sono nate al pianoforte quindi abbiamo dovuto ripensare o adattare gli arrangiamenti perché fossero realizzabili sulla chitarra. Tutto questo ci ha stimolato spingendoci a trovare soluzioni nuove ed inaspettate.
Quali sono i vostri obiettivi futuri?
Durante questo periodo di interruzione dovuto al Virus abbiamo scritto e abbozzato delle nuove composizioni, ispirati anche dai nuovi e diversi ascolti che abbiamo fatto in questi mesi. In futuro ripartiremo sicuramente da questo materiale per un possibile secondo disco.
Quasar: Giulio Ottanelli – Alto & Soprano Sax, Mario Petronzi – Guitar, Francesco Tino – El. Bass, Mattia Galeotti – Drums
Produzione: Emme Produzioni Musicali/Vailog
Registrato, Mixato e Masterizzato al Tube Recording Studio da Francesco Lupi
Foto scattate durante il Premio Fara Music Jazz Live 2019 da Antonello Putignani